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Carbon Neutrality: è davvero possibile raggiungerla entro il 2050? #Transizione energetica

Raggiungere la neutralità carbonica è un aspetto essenziale per porre un freno al cambiamento climatico. L’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030 ci sollecitano a marciare in questa direzione che ci impone di azzerare le emissioni di CO2.

Ma cosa significa Carbon Neutrality? Riusciremo a raggiungerla entro il 2050?

Cosa si intende per Carbon Neutrality

La Carbon Neutrality è il raggiungimento dell’equilibrio tra le emissioni di anidride carbonica prodotte e quelle ridotte e assorbite. Questo significa che per conseguire la Neutralità Carbonica è necessario compensare l’emissione di CO2 con l’assorbimento delle emissioni di carbonio.

Per farlo vengono utilizzati i “pozzi di assorbimento”, dei sistemi che riescono ad assorbire più carbonio di quanto ne emettono – il suolo, le foreste, gli oceani. Questi pozzi naturali riescono ad assorbire e rimuovere in un anno una quantità compresa tra i 9.5 e gli 11 GT di anidride carbonica.

Ma questo, purtroppo, non è sufficiente.

Secondo il Global Carbon Project, diffuso dalla COP26, dopo una riduzione delle emissioni dovute allo stop imposto dalla pandemia Covid-19, nel 2021 il livello globale di CO2 prodotta dall’uomo si è avvicinato moltissimo al record negativo raggiunto nel 2019, con 36,4 GT di anidride carbonica rilasciata in atmosfera. E nel 2022 è cresciuto ancora, raggiungendo quota 36,8 GT. Le emissioni di CO2 prodotte dall’attività umana sono 3 volte superiori a quelle che questi pozzi riescono ad assorbire.

È chiaro quindi che per raggiungere la Carbon Neutrality e la Climate Neutrality è necessario ridurre la CO2 immessa in atmosfera, bilanciandola in modo che sia uguale, o inferiore, a quella rimossa tramite l’assorbimento naturale del pianeta.

Ciò significa che la neutralità del carbonio coincide con il raggiungimento delle emissioni nette di gas serra pari a zero, Net-Zero.

Net-Zero, Carbon Neutrality, Climate Neutrality… a questo punto è doveroso fare ordine: che differenza c’è tra queste espressioni?

Differenze tra Carbon Neutrality, Net-Zero e Climate Neutrality

Questi termini vengono utilizzati per indicare degli obiettivi importanti da raggiungere per far fronte al cambiamento climatico. Essendo molto simili tra di loro, spesso se ne confonde il significato e vengono usati (erroneamente) come sinonimi. Facciamo chiarezza.

  • Carbon Neutrality: come abbiamo visto, un processo o un’azienda vengono definiti Carbon Neutral quando raggiungono un equilibrio tra le emissioni di CO2 rilasciate in atmosfera e quelle rimosse o assorbite.
  • Climate Neutrality: il concetto di Climate Neutrality è molto simile a quello di Carbon Neutrality, ma esteso a tutti i gas serra (non solo all’anidride carbonica); con Climate Neutrality si intende, infatti, il bilanciamento delle emissioni di tutti i gas serra causate dall’attività umana con la rimozione o l’assorbimento di questi gas dall’atmosfera.
  • Net-Zero: il concetto Emissioni Net-Zero si inserisce in una prospettiva più ampia rispetto ai precedenti due; la sua espressione indica l’azzeramento delle emissioni di gas serra lungo l’intera filiera produttiva di un’intera catena di produzione, di uno stato o del mondo intero. Oggi viene più spesso utilizzata per indicare l’impegno che i maggiori paesi al mondo hanno preso per la decarbonizzazione entro il 2050.

Perché è necessario compensare le emissioni di anidride carbonica e gas serra?

L’anidride carbonica è il gas serra più presente in atmosfera ed è grazie a lei che la vita su questo pianeta ha potuto prendere forma. La sua capacità di trattenere il calore presente in atmosfera consente di regolare la temperatura terrestre, rendendola idonea alla vita.

Nonostante tutto, l’accumulo eccessivo di CO2 che si è verificato in questi ultimi 50 anni a causa dell’azione dell’uomo ha contribuito ad aumentare la temperatura media globale di più di 2°C e questo ha causato e sta causando conseguenze inimmaginabili: scioglimento dei ghiacciai, alluvioni, tifoni, siccità, scomparsa della biodiversità, ecc.

Ridurre le emissioni di anidride carbonica risulta quindi indispensabile per combattere il cambiamento climatico e rendere sempre più reali gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 e dall’Accordo di Parigi sul clima, evitando danni irreversibili alla salute del Pianeta e dei suoi abitanti.

Non solo, diventare Carbon Neutral porta anche discreti vantaggi a livello aziendale.

I vantaggi per un’azienda nel diventare Carbon Neutral

Essere impegnati in un percorso verso la Neutralità Carbonica permette di beneficiare di numerosi vantaggi sia in termini economici, ma anche sociali.

Oggi il mercato tende a prediligere prodotti e aziende che investono sul valore della sostenibilità. Per questo, diventare un’azienda Carbon Neutral permette di differenziarsi sul mercato ed essere più competitivi, attirando investitori pronti a sostenere chi, grazie al suo processo di decarbonizzazione, comunica fiducia e solidità.

Ma perseguire l’obiettivo carbon free significa anche attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli già esistenti.

Come diventare Carbon Neutral

Nel 2015, le Nazioni Unite hanno avviato il Climate Neutral Now, un progetto che mira a stimolare gli attori coinvolti in tutto il pianeta a intraprendere azioni verso le emissioni nette, in conformità con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Per farlo è necessario per un’azienda seguire i tre passi suggeriti dall’iniziativa: misurazione delle proprie emissioni, riduzione e neutralizzazione. Vediamole più nel dettaglio

  • Misurazione delle emissioni: per prima cosa è necessario calcolare la propria carbon footprint, ovvero l’impatto che l’azienda ha a livello ambientale in termini di CO2 prodotta; per farlo è indispensabile tenere conto sia delle emissioni dirette (prodotte da fonti o sorgenti di proprietà) che di quelle indirette (correlate alla produzione di energia e a tutta la value chain aziendale).
  • Riduzione: dopo aver calcolato il proprio impatto ambientale, è necessario definire una strategia volta a ridurre le emissioni di CO2 basata sull’efficientamento energetico e sociale, coinvolgendo anche i dipendenti e incentivandoli ad adottare abitudini più sostenibili.
  • Compensazione: in ultimo, è necessario compensare tutte quelle emissioni che non possono essere ridotte attraverso progetti che ne attenuano l’impatto ambientale assorbendone la CO2; ne sono un esempio il finanziamento di progetti di riforestazione o l’acquisizione di Crediti di Carbonio certificati.

Come singoli individui, infatti, possiamo contribuire in maniera diretta alla riduzione delle emissioni di CO2. Per farlo, è necessario agire sul proprio stile di vita, utilizzando sistemi di trasporto più green, abbassando i consumi del riscaldamento e dell’aria condizionata, riciclando quanto più possibile, utilizzando energia pulita, ecc.

Adesso che abbiamo visto cosa fare per riuscire a diventare Carbon Neutral e ridurre il proprio impatto sull’ambiente, rimane solo un’ultima domanda a cui rispondere.

È davvero possibile raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2050?

Salvaguardare la biodiversità, il clima, l’ambiente e, con esso, la salute dei suoi abitanti è il leitmotiv di ogni nostra azione. Il nostro obiettivo è la neutralità carbonica e lo raggiungiamo attraverso la riduzione della produzione di anidride carbonica e la compensazione delle emissioni cosiddette “inevitabili” attraverso la riforestazione.

Nonostante ciò, per riuscire a raggiungere la Carbon Neutrality entro il 20250 è necessario il contributo dei diversi attori in gioco. Purtroppo però, non tutti viaggiano alla stessa velocità

Al momento attuale, stando a diverse valutazioni e studi, il processo di diminuzione delle emissioni di CO2 sta avanzando con lentezza, specialmente a causa della carenza di tecnologie performanti.

Bisogna accelerare.

Lo conferma anche l’IEA – International Energy Agency che attraverso delle analisi mette in luce anche alcuni risultati positivi raggiunti fino a oggi, come ad esempio la crescita del 3,3% dei brevetti di tecnologia energetica a basse emissioni.

Un altro dato positivo è la diffusione di tecnologie innovative che incentivano la decarbonizzazione, come ad esempio le batterie elettriche, l’idrogeno verde, le reti intelligenti e la diffusione dei veicoli elettrici.

Tra i settori che devono accelerare di più nel processo di decarbonizzazione ci sono il settore energetico e quello dei trasporti, due tra i maggiori responsabili dell’inquinamento ambientale.

Certamente la strada imboccata è quella giusta, ma il traguardo della Carbon Neutrality non è vicino.