Sei anni fa l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) approvava e adottava quella che oggi conosciamo come Agenda 2030. Il titolo, Trasformare il nostro mondo. L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, segna una svolta per i 193 paesi firmatari: è il momento di agire in modo rapido e deciso.
Con 17 obiettivi validi a livello mondiale, l'Agenda 2030 si prefigge di coinvolgere paesi e società, dal settore privato al pubblico, dal civile all'informazione, fino alla cultura, per uno sviluppo sostenibile.
L'Agenda 2030 è un programma d'azione rivolto alle persone, al pianeta e alla prosperità firmato nel settembre 2015 dai governi di 193 paesi membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
L'Agenda 2030 è anche conosciuta come OSS, Obiettivi di sviluppo sostenibile, o SDG, dall'inglese Sustainable Development Goals. Ma, al di là delle sigle, l'Agenda 2030 è un insieme di obiettivi interconnessi, 17 per la precisione, che hanno come intento l'attuazione di una strategia che garantisca un futuro "migliore e più sostenibile per tutti" entro il 2030.
In questo documento, l'ONU afferma che il benessere dell'umanità dipende strettamente dalla salute dell'ambiente e dalle sfide affrontate di comune accordo da tutti i paesi. Per tutelare l'intero ecosistema e garantire uno sviluppo economico e sociale all'intera umanità, ha fissato 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che, nella realtà dei fatti, sono molti di più. I 17 OSS sono i contenitori di ben 169 propositi. Vediamo assieme i 17 obiettivi dell'Agenda 2030.
I 17 obiettivi dell'Agenda 2030 sono elencati e approfonditi nel 52° paragrafo (in totale l'agenda ne ha 92) e si prefiggono il raggiungimento di un certo tenore di vita comune entro il 2030. Si tratta quindi di:
Gli Obiettivi per lo Sviluppo rappresentano la naturale prosecuzione dei precedenti risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals). Sono obiettivi che vertono su questioni necessarie per uno sviluppo a cui tutti devono avere accesso. Perciò si va dalla lotta alla povertà all'eliminazione della fame, dalla presa di posizione all'intervento nei confronti del cambiamento climatico, fino a questioni relative alla parità di genere, alla giustizia, all'occupazione.
Quelli dell'Agenda 2030 sono "obiettivi comuni" in quanto chiunque diventa soggetto attivo, partecipe del cambiamento. Nessuno viene lasciato indietro perché ciascuno è necessario sulla strada dello sviluppo sostenibile. Governi, settore privato e società civile, in particolar modo i paesi sviluppati, sono chiamati a collaborare per gli obiettivi Agenda 2030 attraverso principi condivisi su scala globale.
I 17 obiettivi rimandano a tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (quella economica, quella sociale e quella ecologica) e puntano a sconfiggere la povertà, a contrastare le diseguaglianze e i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
Dal momento che l'appello a impegnarsi nel raggiungimento degli OSS è rivolto a tutti i paesi, tutti i paesi devono definire una strategia di sviluppo sostenibile e devono poi comunicare i risultati ottenuti all'ONU.
Ogni anno, infatti, ciascun paese viene valutato mediante l'High-level Political Forum (HLPF), uno strumento di valutazione con cui l'ONU monitora i progressi e le sfide di tutti i Paesi, includendo nell'indagine anche le opinioni pubbliche nazionali e internazionali.
Ogni quattro anni, invece, viene indetto un dibattito sull'attuazione dell'Agenda 2030 durante l'Assemblea generale dell'ONU presenziata dai Capi di Stato e di Governo. Il primo dibattito è avvenuto nel settembre del 2019.
Durante il discorso di apertura della seduta plenaria del Parlamento Europeo del luglio 2019, la Commissione europea ha presentato davanti a Ursula von der Leyen un programma d'azione quinquennale. La decisione di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile segue il precedente accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
In Italia è attiva la cabina di regia "Benessere Italia". Istituita come organo della Presidenza del Consiglio, ha l'obbligo di:
coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei cittadini.
Nel dettaglio, l'Italia ha deciso di intervenire su cinque macroaree di intervento, corrispondenti alle 5 P (persona, pianeta, prosperità, pace e partnership):
L'intervento su questi settori mira a mettere al centro la persona, ad adottare uno stile di vita sano ed equilibrato in termini di tempi da rispettare. Ma anche a condizioni di vita eque, formazione continua e ad azioni che hanno come fine lo sviluppo umano. La correlazione tra economia, società e ambiente costituisce la base per lo sviluppo sostenibile.