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Cause e soluzioni del cambiamento climatico #Transizione energetica

Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e non può più essere ignorato. Le sue conseguenze, infatti, stanno gravando su tutto il pianeta, provocando ingenti danni all’ambiente, agli animali e all’uomo stesso.

Sebbene la comunità scientifica stia cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica da diversi anni, è solo negli ultimi decenni che l’impegno globale nella lotta ai cambiamenti climatici si è fatto più deciso.

Oggi, sono molti i Paesi e le istituzioni che stanno investendo energie e risorse per ridurre le emissioni di gas serra e contrastare i loro effetti negativi sulla salute del pianeta.

È una questione molto seria, il cambiamento climatico, in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte. Ma senza un’adeguata comprensione di quello che sta succedendo, e che potrebbe succedere in futuro se non decidiamo di intervenire, è difficile agire in maniera concreta.

Quindi, che cos’è il cambiamento climatico? Quali sono le sue principali cause? Cosa possiamo fare per diminuire il suo avanzamento?

Cerchiamo di fare il punto.

Che cos’è il cambiamento climatico?

La definizione di cambiamento climatico ci viene offerta dalle Nazioni Unite: “il cambiamento climatico è la variazione a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici”.

La vita sulla terra viene garantita da tre fattori principali: la distanza della terra dal sole, la presenza di acqua e l’atmosfera. In particolare, tutte e tre giocano un ruolo chiave nella regolazione della temperatura terrestre.

I raggi del sole colpiscono la terra e, grazie alla presenza di alcuni gas in atmosfera (anidride carbonica, vapore acqueo, metano, ecc..), una parte viene respinta verso l’esterno e una parte viene trattenuta e indirizzata sulla superficie terrestre. Questa importante funzione, chiamata effetto serra naturale, consente alla Terra di avere una temperature idonea allo conservazione della vita.

Nel tempo, però, all’effetto serra naturale si è andato ad aggiungere l’effetto serra antropico. La presenza dell’uomo sul pianeta ha innescato un cambiamento climatico innaturale e molto repentino, che sta mettendo in grave pericolo la vita del Pianeta e di tutti i suoi abitanti.

Quando ha avuto inizio?

Ci sono stati diversi momenti nella storia del pianeta Terra in cui il clima ha subito delle variazioni, basti pensare alla comparsa nel tempo di ere desertiche e glaciali. La NASA ha attribuito le cause di questi cambiamenti naturali a delle lievi variazioni dell’orbita terrestre che hanno modificato la quantità di energia solare ricevuta dalla terra.

Il cambiamento climatico a cui stiamo assistendo oggi, invece, non è legato a cause naturali bensì alle attività umane. Il suo inizio risale al 1800, secolo in cui la diffusione dei combustibili fossili ha reso possibile la nascita dell’industria e la sua diffusione a livello globale.

Nel tempo, l’impiego di combustibili fossili nel settore industriale (ma non solo) sommato ad altre attività antropiche poco sostenibili, ha causato un aumento vertiginoso della concentrazione di gas nocivi nell’atmosfera che, nel giro di pochissimo tempo, ha apportato cambiamenti tangibili sul clima.

Tra tutte le attività umane, ce ne sono alcune, in particolare, che gravano molto più di altre sull’equilibrio del nostro ecosistema. Vediamo quali sono.

Le cause del cambiamento climatico

La Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite (UNFCCC) individua tra i principali fattori del cambiamento climatico, oltre alla naturale variabilità legata a processi interni ed esterni al pianeta Terra, anche tutte quelle attività umane che provocano ingenti emissioni di gas inquinanti nell’aria.

In particolare, le cause principali del cambiamento climatico sono:

  • Le attività industriali: l’industria è tra i primissimi responsabili del cambiamento climatico, in particolare per l’utilizzo di combustibili fossili – come carbone, gas e petrolio – nella produzione di semilavorati e di beni di consumo; l’industria manifatturiera è in assoluto una delle più inquinanti del settore (industria elettronica, tessile, alimentare, ecc.).
  • La produzione di energia: produrre energia attraverso fonti non rinnovabili, come i combustibili fossili, è un altro dei fattori responsabili delle emissioni di gas serra in atmosfera; ancora oggi, purtroppo, questo è il modo principale in cui viene prodotta energia a livello globale.
  • La deforestazione: oltre a rappresentare un danno alla biodiversità del pianeta, l’abbattimento delle foreste contribuisce ad alterare la naturale capacità dell’ambiente di sottrarre anidride carbonica all’atmosfera, accentuando così l’effetto serra.
  • Le attività agricole e l’industria alimentare: il settore agricolo, gli allevamenti (di terra e mare) e più in generale tutti i settori di produzione alimentare pesano sulla salute del nostro pianeta a causa dell’utilizzo di prodotti chimico-farmaceutici come fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, antibiotici (ecc..); ma, più in generale, tutta la filiera dell’industria alimentare ha un impatto negativo sul cambiamento climatico, dalla movimentazione dei prodotti, all’imballaggio e al trasporto.
  • I mezzi di trasporto: i veicoli su ruote, navi e aerei sono alimentati per mezzo di combustibili fossi, come la benzina o il gasolio; questo rende il trasporto uno dei fattori più preponderanti nel surriscaldamento globale (responsabile di quasi un quarto delle emissioni totali di CO2).
  • Gli edifici pubblici e privati: a causa di esigenze sempre maggiori in termini di riscaldamento / raffrescamento e di fornitura elettrica dovuta all’introduzione della domotica, gli edifici pubblici e privati (non solo industriali) provocano un impatto negativo sull’ambiente con significative emissioni di gas serra in atmosfera.
  • Lo stile di vita: l’acquisto compulsivo di beni secondari che caratterizza le società moderne contribuisce inevitabilmente ad aggravare la crisi climatica; quello che mangiamo, come ci spostiamo, cosa acquistiamo… le nostre scelte e il nostro stile di vita hanno un impatto significativo sulla salute del nostro pianeta.

Tutti questi fattori hanno accelerato (e continuano a farlo tutt’ora) il cambiamento climatico, causando fenomeni e disastri ambientali che non possiamo più ignorare.

Gli effetti del cambiamento climatico

Anche in questo caso, sono le Nazioni Unite a segnalare le conseguenze più gravi che il cambiamento climatico sta causando. I modelli meteorologici stanno cambiando, mettendo a rischio i delicati equilibri naturali.

Questi alcuni tra i fenomeni più evidenti e importanti.

  • Aumento delle temperature: l’aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera comporta un aumento della temperatura globale; si sciolgono i ghiacciai, i terreni si inaridiscono, insorgono patologie di calore che rendono difficile lavorare all’aperto, si innalza i livello del mare, mentre gli incendi divampano e si propagano molto più facilmente.
  • Forti tempeste: l’aumento delle temperature causa una maggiore umidità dell’aria, in grado di scatenare temporali violenti con precipitazioni abbondanti e inondazioni.
  • Aumento della siccità e desertificazione: le temperature elevate diminuiscono la disponibilità idrica, soprattutto in quelle zone dove la presenza d’acqua è già scarsa; il fenomeno della desertificazione avanza sempre più inarrestabile.
  • Riscaldamento e innalzamento dei mari: l’aumento del volume delle acque del mare, dovuto al riscaldamento globale, unito allo scioglimento dei ghiacciai determina un innalzamento del livello delle acque, costituendo una minaccia per le zone costiere e le isole; da non sottovalutare anche il fenomeno di acidificazione delle acque, dovute all’assorbimento di un maggior quantitativo di CO2, estremamente dannoso per la vita marina.
  • Minaccia alla biodiversità: i mondi animale e vegetale sono sempre più a rischio di estinzione a causa di incendi, condizioni meteo estreme, nuove malattie e parassiti legati al cambiamento climatico.
  • Un pericolo per la salute: inquinamento dell’aria, condizioni meteo avverse, malattie fisiche e psicologiche, malnutrizione causati dal cambiamento climatico sempre più spesso mettono a rischio la salute dell’uomo, soprattutto in tutti quei Paesi più vulnerabili e fragili.

Gli effetti del cambiamento climatico riguardano ogni individuo, in qualsiasi parte del mondo esso si trovi. È nell’interesse di tutti adoperarsi per salvare il pianeta e assicurare un futuro alle generazioni a venire.

Per farlo occorre ridurre le emissioni di CO2, e di altri gas effetto serra, in tutto il mondo il più velocemente possibile. Il tempo stringe.

Soluzioni e provvedimenti: sconfiggere il cambiamento climatico è davvero possibile?

All’interno del Rapporto Speciale dell’IPCC 2023, l’ONU ha stabilito che limitare l’aumento della temperatura globale a non più di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali aiuterebbe a evitare gli effetti climatici peggiori e a mantenere un clima vivibile.

Considerando che al momento ci troviamo di fronte a una crescita media delle temperature che potrebbe arrivare a 3.2°C entro la fine del secolo, la sfida è sicuramente molto impegnativa.

Ma c’è una buona notizia: conosciamo già tantissime soluzioni che potrebbero aiutarci nella lotta contro il cambiamento climatico. E moltissimi Paesi e istituzioni hanno già preso provvedimenti e intrapreso azioni in questa direzione.

Il ruolo delle istituzioni

Le azioni per contrastare il cambiamento climatico da parte di Paesi e istituzioni sono iniziate nel 1997, con il Protocollo di Kyoto, che stabilisce obiettivi di limitazione e riduzione dei gas a effetto serra.

A seguire, nel settembre 2015, i 193 Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che include 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030.

Sempre nel 2015, a dicembre, durante la Conferenza delle Parti – COP21 è stato firmato l’Accordo di Parigi sul clima; l’accordo prevedeva accordi a lungo termine per raggiungere la decarbonizzazione e limitare l’aumento della temperatura terrestre da 1,5°C a massimo 2°C e raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2050.

Alla COP21 sono seguite la COP24 di Katowice nel 2018 e la COP26 di Glasgow nel 2021, che hanno rimarcato gli obiettivi già presi durante l’Accordo di Parigi, portando la riduzione delle emissioni di gas serra al 40% e, successivamente, al 55% entro il 2030 e alla neutralità climatica entro il 2050. La necessità di questi sforzi sono stati ribaditi anche durante l’ultima edizione del G20, tenutasi il 9 e il 10 settembre New Delhi, in India, durante il quale i leader mondiali hanno deciso di accelerare gli sforzi e triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2023.

L’impegno dell’UE

Tra le nazioni più impegnate a risolvere il cambiamento climatico c’è sicuramente l’Unione Europea (di cui fa parte anche l’Italia), membro attivo nelle negoziazioni climatiche delle Nazioni Unite.

Oltre ad aver firmato l’Accordo i Parigi, impegnandosi a ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030, l’UE ha emanato la legge sul clima. Attraverso questa legge, sancita nel 2021, ha reso l’obiettivo di “zero emissioni entro il 2050” vincolante in tutto il suo territorio, redigendo una tabella di marcia per raggiungerlo: il Green Deal europeo.

Sarà cruciale, nei prossimi anni, misurare il progresso delle diverse soluzioni tecnologiche che i governi mondiali adotteranno per mantenere fede agli accordi stipulati e far fronte alla crisi climatica.

In questo senso, la strategia migliore sembra affiancare lo sviluppo di tecnologie che mitigano il cambiamento climatico a tecnologie adattive, o nature-based solutions. Queste ultime sono indispensabili per rafforzare la resilienza dei sistemi ecologici.

Ma non sono solo le istituzioni a essere chiamate ad agire nel più breve tempo possibile. È necessario che ognuno dia il suo contributo, anche attraverso le piccole azioni di tutti i giorni.

Sono molte le scelte che possiamo fare per contrastare la crisi climatica, si tratta solo di creare nuove abitudini virtuose.

Cosa possiamo fare contro il cambiamento climatico

Ogni individuo, in quanto cittadino del mondo, può svolgere un ruolo chiave nella partita contro la crisi climatica, facendo scelte etiche e consapevoli.

Tra le buone abitudini che è possibile adottare ci sono: ridurre lo spreco alimentare, prediligere una dieta prevalentemente vegetariana, utilizzare mezzi di trasporto più sostenibili (treno, mezzi elettrici, bicicletta), comprare meno e in maniera più etica, ridurre il consumo della plastica, prenderci cura dell’ambiente, investire in fonti di di energia rinnovabile, come ad esempio quella solare.